La settimana dopo Follonica, Simone Luschi approda nelle civili terre di Padania per presenziare a Porte Aperte a Milano Smistamento, una simpatica manifestazione in cui grandi e piccini possono assaporare e toccare con mano i rotabili storici, incluso il treno presidenziale. Eccoci qua, io, Simone e il M° Carlo Boccadoro davanti alla E646.085 in livrea Treno Azzurro, una macchina cui sono particolarmente affezionato.
Per l'occasione, Simone mi ha restituito la mia E646.071 Rivarossi digitalizzata & restaurata da par suo con attrezzature sofisticatissime. Con la rude generosità che lo contraddistingue, non ha neppure voluto che gli pagassi il decoder Uhlenbrock che le ha piazzato sopra.
Nel tragitto tra la Stazione Centrale e Milano Smistamento, abbiamo (ho) deciso di fare un salto al negozio che mi ha rifilato il modello in questione per dire due amichevoli parole circa la vendita su E-Bay di aggeggi manomessi in modo porcino spacciandoli per "usato in perfette condizioni". La reazione del bottegaio è stata tale da convincermi a evitare di metter mai più piede in quel posto. Peccato, perché mi verrebbe comodo, trovandosi a due passi da casa di mia madre, in zona Città Studi.
Insomma, per farla breve: tornare a Milano Smistamento dove ero stato da ragazzo, respirare di nuovo quell'odore di ferrovia, vedere tutte assieme quelle macchine storiche, mi ha fatto tornare prepotente il sacro fuoco della passione ferroviaria. In questo link, La supercazzola sul vapore di Simone Luschi al M° Boccadoro.
Salutato il M° Boccadoro e caricatolo sul tram della linea 5 dopo un inseguimento alla Starsky & Hutch, ci si ritrova con Simone con le gambe sotto il tavolo al ristorante Acqua e Sale Due davanti a piatti di pesce di un certo pregio a discettar di treni e modellismo.
La mia idea di piazzare la E646.071 su un diorama, magari con qualche carrozza di complemento, viene bocciata da Simone. A lui le cose ferme non piacciono, non è uno dei cosiddetti "vetrinisti", quelli che spendono milionate di euri in modelli che restano immoti nelle teche o, addirittura, nelle scatole. Secondo lui dovrei piazzare un tratto di binario e farla andare avanti e indietro con un movimento automatico, il digitale permette anche questo senza grosso dispendio di denaro e senza particolari complicazioni tecniche.
Come sempre, il ritorno a casa, in questo caso in macchina, con in corpo una discreta quantità di Vermentino sardo, è occasione di riflessione. Davvero ho voglia di mettere in moto, è il caso di dirlo, un meccanismo del genere? Davvero ho intenzione di piazzare in soggiorno un locomotore che si muove avanti e indietro? Alfine, non sembrerebbe una cosa un po' ridicola? E poi, dove lo metto? Non è che abbia tanto spazio a disposizione. In alto, sopra la porta d'ingresso, verso il fregio originale? Oppure dalla parte opposta, sopra il divano? Mah, nessuna delle opzioni mi pare particolarmente affascinante. Sta a vedere che ora questa cacchio di E646 diventa un problema.
Ci penserò. In fondo, non è certo una priorità. Ho ben altre cose a cui pensare, che ai trenini. Ci mancherebbe altro. Quei tempi non ritorneranno più.
Forse.










